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Natale 2012

 

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In un’atmosfera di pace e di serenità, in cui sembra che il tempo si sia fermato e che la natura si sia fatta silenziosa, un Bambino dorme in braccio alla sua mamma.

Dal volto di questo Gesù Bambino traspare certamente la stanchezza ma soprattutto la serena fiducia di poter riposare «tranquillo e sereno in braccio a sua madre» (Sal 131,2). Come sappiamo, il sonno è anche interpretato come simbolo della morte, cosicché quest’immagine evoca una Pietà, una profezia del mistero pasquale. Per rafforzare questo richiamo allegorico della Pasqua, dietro al braccio sinistro di Maria che regge il Bambino spunta anche un ramo di spine. La minaccia di Erode e la sua violenza omicida gettano un’ombra sul futuro del Bambino, al momento ignaro di tutto, che nella Settimana Santa noi vedremo strappato da queste braccia materne per essere consegnato nelle mani degli uomini. Allora, al posto del caloroso abbraccio materno, Cristo sperimenterà l’impatto doloroso con il duro legno della Croce.

In Maria, dipinta come una vera mamma che coccola il suo bambino, Caravaggio viene in un certo modo a santificare ogni gesto di amore materno. Ella è qui mostrata come una donna stremata dalla fatica del viaggio, dormiente anche lei col capo appoggiato a quello di suo figlio, offrendogli col suo corpo totale protezione.

L’intensità della rappresentazione di questa figura femminile materna dai capelli ramati, così umile e popolana, eppure così poetica ed emozionante, ce la mostra come una Madonna discesa dagli altari, così come suo Figlio è disceso dal cielo. È seduta sulla stessa terra che è stata fatta dimora del Verbo incarnato: madre e figlio (insieme a Giuseppe con l’asino sul resto della tela) ci appaiono come gente modesta, figure che compongono una scena di dignitosa povertà segnata però da relazioni vere di presenza, di vicinanza, di sostegno reciproco, di resistenza nella prova, di fedeltà. Caravaggio riassume in questa donna, quell’accoglienza e quella cura che stanno al centro del messaggio del quadro e che sono pure le attitudini mariane che caratterizzano la vita del vero cristiano.

Cogliendo la concretezza del vissuto, Caravaggio porta qui in scena l’umana sofferenza alla pari della divina dolcezza, rivelando così l’hic et nunc in cui si rivela il mistero del Dio-Uomo, veramente Emanuele, Dio-con-noi!

Liberamente tratto da: Riposo nella fuga in Egitto
Caravaggio, 1596-1597
Galleria Doria Pamphili, Roma

di don Antonio Scattolini

«Si assoggetta ai gradi dell’età, Colui la cui eternità non ammette età alcuna. Come debole uomo tutto patisce in contrasto con la propria consapevolezza divina, perché all’uomo annientato dalla legge della morte sia concessa
l’immortalità. In ciò consiste infatti la potenza divina, nel poter essere ciò che non è rimanendo intatto ciò che è. Questi è nostro Dio, Figlio coeterno di un Dio eterno. Questi è uomo e Dio, perché si pose quale mediatore tra il Padre e gli uomini, dimostrando con le sue debolezze la realtà del suo corpo, con le sue virtù la sua maestà divina. Questo è il nostro sole, il sole vero che con la pienezza della sua luce accende i fulgidissimi fuochi fraterni del mondo e degli
astri luminosi dei cieli. Questi è colui che è morto una volta ed è nato di nuovo per non conoscere più tramonto»

San Zeno, Trattati, II, 12, 2.3−4

Com’è che non hai pianto figlio mio, com’è che non hai pianto? Non è che non puoi piangere, non è che non potrai parlare? Meglio sarebbe, saresti in salvo, meglio sarebbe se fossi muto; si dà troppa importanza alle parole. Finisce che costringono all’esilio, alla prigione o peggio.

Da In nome della madre di Erri De Luca

Tu Signore Gesù, nato per noi a Betlemme, chiedi il rispetto di ogni persona, soprattutto se piccola e debole; chiedi la rinuncia a ogni forma di violenza, alle guerre, alle sopraffazioni, a ogni attentato alla nostra vita! Tu, o Cristo, che oggi contempliamo tra le braccia di Maria, sei il fondamento della nostra speranza! In te, solo in te, è offerta all’uomo la possibilità di essere “creatura nuova”. Grazie per questo tuo dono, Bambino Gesù.

Preghiera di Papa Giovanni Paolo

Buon Natale 2012

da don Andrea, suor Teresa
e tutti i collaboratori dell’Ufficio Catechistico

 

 

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