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NATALE 2020 – auguri dell’Ufficio Catechistico

 

Natività, Carlo Maratta, 1652 circa, Gemaldegalerie, Dresda.

“ La luce è spuntata per il giusto,
e la gioia per i retti di cuore.” (Sl 97,11)

Carissime catechiste e catechisti,
quando con il pensiero ci soffermiamo sul tempo che stiamo vivendo, l’immagine che si presenta alla nostra mente è quella della notte. Questa icona racchiude in sé tutte quelle esperienze che sembrano prive di senso e ci lasciano dubbiosi.
Il tempo che stiamo vivendo è un tempo sospeso e buio; facciamo fatica a comprenderlo e l’incertezza limita ogni nostra decisione; in alcuni momenti sperimentiamo pure il vuoto esistenziale che si fa strada dentro di noi e attorno a noi, con un grande carico di sofferenza.
Tuttavia, anche in questa emergenza, la Parola di Dio ci invita a vegliare e ad attendere la Sua venuta “che è certa, come quella dell’aurora” (Os 6,3). È questa certezza che può alleviare il peso delle nostre notti e far rinascere in noi la speranza.

Il nostro Dio è un Dio che scende nella notte, nelle nostre notti, e si lascia adagiare sulla ruvida paglia di una mangiatoia. Abita tutte le notti della storia, immergendosi come “un frugolo di lievito sincero nella pasta oscura che resiste a fermentare”.
La liturgia ci fa memoria che il nostro Dio è già operante nella storia e, con le parole del profeta Isaia, ci annuncia che:
“… un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio.” (Is 9,5)
È la sua vita donata, che si fa dono fin dal suo nascere, a trasformare la nostra realtà, svuotandola da ogni minaccia e pericolosità. Lasciandoci trasformare da Lui possiamo veramente intravvedere tante nuove strade aprirsi davanti a noi.

Il nostro Dio è anche il Dio degli inizi, che ci assicura che è possibile ripartire e aprire il futuro, generare il nuovo, proprio da dove sembrava che tutto si fosse fermato. È contemplando la nascita di Gesù e accogliendoLo nel cuore che il nostro sguardo, illuminato dal suo sorriso, può spingersi verso orizzonti più lontani e più vasti, rianimandoci nel profondo del cuore.

È con il cuore riscaldato dalla sua Presenza che possiamo ri-avvicinarci ai nostri fratelli e sorelle, prendendoci cura di quanto ognuno porta in cuore. È l’occasione per unirci alla preghiera di Gesù, che ci ha già affidati al Padre quando ha pregato “per quelli che crederanno” in Lui. Con Lui e da Lui illuminati sapremo inoltre accompagnare in modo nuovo coloro che troviamo sul nostro cammino.

Dio, che in Gesù si fa uomo come noi, illumini le nostre menti e dissipi, con la Sua Luce, le tenebre dei nostri cuori!

Buon Natale!
don Alberto, Giacomo e sr. Laura

 

 

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