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Natale 2013

 

 

Colui che ha abbracciato il Signore Gesù attraverso la preghiera continua non faticherà a seguirlo … a causa della bellezza, della soavità e della dolcezza di Gesù”.

L’inquadramento nella cornice di un tabernacolo, costituisce l’elemento principale della rappresentazione della Madonna Pazzi, un’opera della bottega di Donatello della prima metà del Quattrocento. Si tratta di un’immagine realizzata in stucco dipinto, inserita da una cornice lignea dorata, sormontata da un timpano triangolare classico. Ci troviamo in questo caso di fronte ad un tipico esempio di rilievo “schiacciato”, realizzato sulla base di un originale di marmo (oggi a Berlino) che diede origine a numerose repliche che ne testimoniano il favore riscontrato fin da subito.

Maria, molto bella, dal profilo greco, china il capo verso Gesù Bambino, che tiene in braccio. I due volti si incontrano in un contatto dolcissimo, in cui gli occhi della mamma e quelli del Bambino si fissano da molto vicino. Le mani di Maria assumono pose delicate: la sinistra sostiene Gesù, sollevandolo per attirarlo verso di sé, mentre la destra sembra stendersi in una morbida carezza, ricambiata dalla destra del Bambino. La dominante blu della veste e del velo stellato della Vergine si armonizzano felicemente con il rosa della pelle e con la tunica rossa del Figlio di Dio, colore del martire che anticipa la passione.

L’immagine risulta molto seducente nel suo complesso, ma è soprattutto il contatto ravvicinato dei due volti quello che ci emoziona maggiormente, poiché manifesta tutta la carica affettiva materna della Vergine e la ricerca del Bambino delle sue coccole e dei baci. Le due figure risultano così strettamente unite da costituire una unità. Potremmo dire che viene qui ripreso lo schema bizantino della Madre della Tenerezza (Eleousa), che ha la sua rappresentazione più alta nella famosa Madonna di Vladimir, opera del XII secolo, custodita a Mosca. Questa maternità di Maria è segno della maternità della Chiesa, chiamata a farsi prossimo con tenerezza di ogni uomo e donna di questo mondo, in particolare di chi oggi sperimenta piccolezza, povertà e solitudine.

Bisogna riconoscere che questo meraviglioso scambio di sguardi e di gesti, ha motivato a ragione la qualifica di stile “dolce”, con cui si intende distinguere e raggruppare queste particolari opere d’arte mariana. E a proposito di dolcezza, guardando questo gruppo donatelliano di Maria e del Bambino, ci vengono alla mente le parole di un autore del primo Millennio, Esichio Presbitero che ricordava: “Colui che ha abbracciato il Signore Gesù attraverso la preghiera continua non faticherà a seguirlo … a causa della bellezza, della soavità e della dolcezza di Gesù”. (ESICHIO PRESBITERO, A Teodulo 148, in Filocalia, I, 258)

 Auguri di un sereno Natale 2013

don Andrea,
suor Teresa
e  i collaboratori dell’Ufficio Catechistico di Verona

 

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